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Dietro la frettolosa etichetta di "nomadi", si cela in realtà una pluralità di condizioni, culture e desideri molto diversi fra loro. | |
di Matteo Jade 12 GENNAIO 2001 | |
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Chi sono i nomadi? Chi sono gli Zingari, i Rom o i Sinti, che a singhiozzo riempiono le pagine dei quotidiani cittadini, o che spesso incontriamo accampati con i loro furgoni scassati lungo i viali della nostra città? Queste sono le domande che ci siamo posti di fronte ad un fenomeno di cui si parla spesso senza però conoscerlo veramente. Il mondo dei nomadi è un arcipelago molto articolato, fatto di storie e culture differenti, comprenderlo non è semplice. Occorre innanzitutto smontare molti dei luoghi comuni che un po' tutti abbiamo, spogliandosi anche di quelle convinzioni che non derivano da pregiudizi, ma semplicemente dalla scarsa conoscenza di un fenomeno che è, appunto, molto complesso. Dietro la frettolosa etichetta di "nomadi", si cela in realtà una pluralità di condizioni, culture e desideri molto diversi fra loro. Ci sono i Rom di origine bosniaca l'etnia più presente a Genova, da quasi vent'anni nei campi regolari, i Sinti di origine piemontese e poi gli invisibili, i veri "nomadi", perlopiù profughi dell'est fuggiti dalla miseria e dalla distruzione delle loro case in seguito a qualche "guerra umanitaria", quelli che nessuno vorrebbe vedere e che da mesi sono sospinti da un quartiere all'altro della città con le loro roulotte, e di cui poco si parla, se non quando "bisogna" costruire un qualsivoglia allarme sociale. A Genova i campi nomadi "regolari" sono tre, alla Foce, in via dei Pescatori, a Molassana, in via Adamoli e a Bolzaneto. Con l'aggettivo "regolari" si intendono i campi autorizzati e riconosciuti dall'Ufficio stranieri e nomadi del Comune, l'organo che ha competenza di controllo e di intervento. Alla Foce, campo nomadi storico della città, ed a Molassana si sono stanziati i Rom di origine bosniaca e montenegrina, mentre a Bolzaneto i nomadi sono Sinti, quindi italiani, di origine piemontese. Il campo di via dei Pescatori, alla Foce, è il più grande ed il più vecchio della città, vi sono presenti 27 nuclei familiari, mentre a Molassana, dove lo stanziamento è notevolmente più piccolo e più recente, vivono 13 famiglie. Da molto tempo l'ufficio Stranieri del Comune, tramite cooperative di operatori ed assistenti sociali, e la Comunità di Sant'Egidio, svolgono un importantissimo ruolo di intervento con progetti di integrazione dei nomadi con il quartiere e con la città, promuovendo e stimolando la scolarizzazione dei bambini e l'inserimento lavorativo degli adulti. Gli interventi sono estesi ai tre campi e si sviluppano su linee di intervento "sociali e responsabilizzanti" e non coercitive: si tenta, in sostanza, di rendere i nuclei familiari responsabili ed indipendenti, cercando di sviluppare al massimo la loro volontà di integrarsi sempre di più nel territorio ai margini del quale vivono, senza interventi di forza o, comunque dall'"esterno". E sembra che fino ad ora i risultati non si siano fatti attendere: tutti i bimbi, ad esempio del campo della Foce, sono iscritti e frequentano regolarmente le scuole, alcuni anche le superiore. Anche per quanto riguarda gli adulti, sono molti quelli che frequentano corsi di formazione o che hanno direttamente trovato lavoro. Il progetto complessivo sui campi regolari, attuato soprattutto attraverso operatori sociali, è quello di consentire e facilitare l'integrazione, cercando di rispettare e non calpestare le singole storie e culture. Restano poi gli "invisibili". Vivono una condizione di nomadismo più per necessità che per cultura, i progetti d'"intervento" per loro sono impraticabili perché agli occhi di chi governa il territorio queste persone semplicemente non esistono. Sono irregolari, profughi senza diritto d'asilo, clandestini, un problema scottante intorno al quale si costruisce al massimo un'emergenza, o nuove politiche sulla sicurezza. Evitando così di prendere atto che quello delle migrazioni è un processo storico irreversibile, che ha bisogno di politiche capaci di decodificare i profondi cambiamenti sociali che stanno avvenendo, agendo di conseguenza. |
domenica 8 marzo 2009
Chi sono i nomadi?
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